Le Regole per la navigazione notturna degli Ulissidi

del Prof. Antonio Mercurio

Narra Omero che Calipso ha insegnato a Ulisse le regole della navigazione notturna in alto mare.
|LIBRO V| da 270 a 280

270 Cosi col timone drizzava il cammino sapientemente,
seduto: mai sonno sugli occhi cadeva,
fissi alle Pleiadi, fissi a Boòte che tardi tramonta,
e all’Orsa, che chiamano pure col nome di Carro,
e sempre si gira e Orione guarda paurosa,
275 e sola non ha parte ai lavacri d’Oceano;
quella infatti gli aveva ordinato Calipso, la dea luminosa,
di tenere a sinistra nel traversare il mare.
Per diciassette giorni navigò traversando l’abisso,
al diciottesimo apparvero i monti ombrosi
280 della terra feacia: era già vicinissima……………..

Diciassette giorni senza mai dormire né di giorno né di notte è un tempo lunghissimo e tuttavia Ulisse, che vuole raggiungere Itaca a qualunque costo, così attraversa l’abisso del mare tenendo il timone sapientemente. Così, a volte, toccherà pure agli Ulissidi attraversare gli abissi della vita ed è giusto che essi apprendano l’arte della navigazione notturna in alto mare.

Per questo ho preparato alcune regole che ritengo di particolare importanza

REGOLA I Fissate la meta.
Non ha senso navigare se non si sa dove andare.
Ulisse aveva come meta Itaca, noi, gli Ulissidi, abbiamo la stessa meta ma la chiamiamo “la bellezza seconda” e con essa vogliamo entrare nell’immortalità per poter navigare da un universo all’altro, all’infinito. Non possiamo lasciare Calipso e Ogigia, l’isola delle nostre certezze quotidiane, e navigare verso l’infinito, senza essere profondamente convinti della meta che abbiamo scelto. E’ necessario, dunque, darsi del tempo per fissare la meta nella volontà cosciente e nella volontà profonda, rinnovando spesso la decisione che abbiamo preso coralmente.
REGOLA II Fissate la rotta.
La meta è invisibile sino a quando non viene raggiunta. Ma poiché sappiamo in quale direzione si trova la meta, possiamo fissare la rotta per raggiungere la meta, servendoci come Ulisse delle stelle dell’Orsa Maggiore. Coloro che, nei tempi remoti, hanno appreso a navigare, hanno guardato a lungo il cielo mentre stavano a terra e poi hanno scoperto quale connessione c’era tra la stella polare e la meta che volevano raggiungere. Noi possiamo decidere di prendere il SE’ come stella polare. Ma dobbiamo apprendere ad ascoltarlo a lungo se vogliamo capire qual è la connessione tra il SE’ e la meta e poi sapere come stabilire la rotta in modo sicuro.
Oltre la stella polare ci sono altre quattro stelle che compongono il carro dell’Orsa e senza guardare ad esse non troveremo mai dove sta la stella polare. Per fissare la rotta, ci serve, dunque, una conoscenza più concreta delle quattro stelle del carro maggiore. Possiamo decidere che esse rappresentino i valori fondamentali che guidano il nostro cammino cosmoartistico: Amore, Libertà, Verità e Bellezza (la perduta bellezza della vita da riconquistare e la bellezza seconda che ancora non esiste da creare). E poi ci sono da considerare le sette stelle delle Pleiadi che sono un richiamo al valore della coralità.
REGOLA III Correggete la rotta giorno per giorno.
Cos’è che ci fa deviare dalla rotta fissata?
Nel mare, le correnti marine e i venti ci possono portare fuori rotta. E nel nostro viaggio? La volontà di dominio, la volontà di potenza e la volontà omicida e la volontà suicida, sono alcune tra le cause principali che ci portano fuori rotta. E inoltre, la pretesa orgogliosa e il progetto vendicativo, mai sconfitti a sufficienza, coprono a volte il nostro cielo di nuvole fitte e la stella polare, il SE’, non si vede più. Bisogna, dunque, spogliarsi della pretesa e questo equivale alla decisione di uccidere i Proci che albergano nel nostro cuore. Allora la stella riappare.
REGOLA IV Fissate i punti cardinali.
Non si può fissare la rotta se non si fissano anche i quattro punti cardinali. I nostri punti cardinali sono i valori che abbiamo menzionato sopra parlando delle stelle dell’Orsa Maggiore: Amore, libertà, verità e bellezza. Come stelle sono raggruppate insieme e come punti cardinali sono posti in quattro direzioni diverse dello spazio: Nord, Sud, Est, Ovest.
La verità è come il Nord, fredda e pungente.
L’amore è come l’Est, luminoso e caldo come il sole d’Oriente.
La libertà è come l’Ovest che il sole rincorre ogni giorno.
La bellezza è come il Sud a mezzo giorno, che è sempre radioso e splendente.
L’amore è il frutto della decisione, ogni giorno rinnovata, di amarsi e di amare. La libertà è l’arte del coraggio di voler diventare liberi, costi quel che costi. La verità è il frutto della decisione di voler guardare in faccia le nostre maschere e le nostre menzogne ed è anche il frutto della conoscenza acquisita attraverso l’esperienza. La bellezza è un campo di energia unificato e unificante ed è il frutto della trasformazione interiore che si opera quando passiamo dall’odio all’amore, dalla schiavitù alla libertà, dalla reattività alla creatività e quando riusciamo a fare la sintesi tra amore e libertà, tra amore e odio, tra amore e verità, tra dolore e creatività, tra vita e morte, che sono tutte coppie di energie di segno opposto tra di loro. L’Io Persona, l’Io Psichico, l’Io Corporeo e il SE’ sono pure campi di energia di segno opposto tra di loro e lo stesso l’Io e il Tu, l’Io e il Noi, l’Io e l’Universo. La bellezza seconda è il frutto dell’agire artistico che sa unificare questi campi di energia opposti tra di loro e che sa creare, dai molti campi scoordinati di cui siamo fatti, un solo campo di energia unificato e unificante che va al di là del tempo e dello spazio, di ogni tempo e di ogni spazio.
REGOLA V Fissate la vostra posizione.
Dove siete ora? E dove vuole andare il vostro Io cosciente? Al Nord, al Sud, a Est, a Ovest o da nessuna parte? Per andare verso la bellezza seconda non possiamo navigare in linea retta ma a spirale, in maniera ascensionale. La spirale è doppia; una va verso le profondità dell’alto e l’altra va verso le profondità del basso. Immaginate due coni di luce che hanno in comune il vertice e ogni cono rappresenta una spirale in cui la luce si muove contemporaneamente verso tutte le direzioni: est, ovest, nord e sud. I due coni di luce sono in due dimensioni contrapposte. Ai punti cardinali superiori si contrappongono i punti cardinali inferiori. All’amore si contrappone l’odio, alla libertà il voler restare schiavi, alla verità la menzogna e alla bellezza la bruttezza. Adesso immaginate il fascio di luce che prima esplora gli opposti e poi li unifica.
L’arte della Sophia-Art e della Cosmo-Art consiste nella capacità di fare la sintesi degli opposti e noi abbiamo più serie di opposti da unificare. I nostri valori sono opposti tra di loro e bisogna saperli unificare. Mondo superiore e mondo inferiore sono opposti tra di loro e noi dobbiamo saperli unificare così come ha fatto Ulisse. E così pure, maschile e femminile, vita intrauterina e vita intracosmica, l’Io e gli altri o l’Io e l’universo, sono opposti tra di loro e senza la loro fusione non si può creare nessuna bellezza seconda. Ma voi, adesso, dove siete? E dove volete andare?
REGOLA VI Accettate la notte oscura.
Accettate l’oscurità e dirigete lo sguardo verso i punti luminosi che appaiono nel cielo. Non dite che non ne siete capaci. Fate gli artisti, non fate le vittime. Vi si apriranno occhi nuovi.

REGOLA VII Sentite la vita dell’universo pulsare dentro di voi.
Non siete soli e non navigate solo per voi. Sentitevi parte dell’universo o non diventerete mai navigatori dell’universo né artisti della vita dell’universo, come dice la cosmo-art. Afferratevi alla barra del principio organismico. Questo è il nostro timone. L’universo sa quello che vi serve e ogni giorno vi darà quello che serve per quel giorno.
REGOLA VIII Decidete di trasformare il vostro cuore.
La volontà omicida e la volontà suicida non solo oscurano il cielo ma spesso scatenano tempeste paurose. Questo accade perché abbiamo un cuore di pietra. Quando siete nella tempesta, questo è il momento per decidere di darvi un cuore che ama al posto di un cuore che odia e che rifiuta e distrugge. Non è facile ma voi fate di tutto per rendere possibile l’impossibile.

REGOLA IX Imparate ad eliminare i sensi di colpa.
I sensi di colpa non creano tempeste ma sono come cani che latrano e che mordono o come marosi che assaltano la barca da ogni fianco per inondarla e affondarla. Imparate a solcarli con fermezza e fate quello che è giusto senza lasciarvi deviare dal vostro cammino. Fate ricorso al SE’ Personale e al SE’ Corale per sapere quello che è giusto. Non soggiacete al Super Io e tanto meno all’ideale dell’Io. Sono cattivi maestri.
REGOLA X Servite il tiranno e costringetelo a uccidersi con le sue stesse mani.
Da qualche parte c’è sempre Nettuno in agguato, il tiranno intrauterino o l’incesto intrauterino, il quale non è d’accordo che voi lasciate il suo universo per volare in un altro universo. Questa è la prova più terribile: lasciare il noto per l’ignoto, lasciare la prigione in cui viviamo e che conosciamo, per navigare verso la bellezza seconda che è un universo che non conosciamo. Questo è il momento in cui l’utopia deve trasformarsi in speranza certa, desiderata e determinata. Dante fa naufragare Ulisse per affermare che solo lui può volare. E’ un falso. Omero narra il contrario. Scegliete voi con chi volete stare.

 

REGOLA XI Accettate il mare.
Accettate il dolore, quando è sano e non masochistico o frutto dell’odio per voi stessi, e trasformatelo in energia per creare e per navigare. La vita non va come vorremmo noi e c’è sempre un’identità nuova da acquisire che ancora non conosciamo. Apritevi alla complessità e alla ricchezza inesauribile della vita che può apparire ad ogni istante, in maniera imprevedibile. Apritevi al progetto della vita che vuole creare con voi l’immortalità della bellezza seconda.

***

Assimilate queste regole ripassandole mentalmente più e più volte fino a farle diventare carne della vostra carne e sangue del vostro sangue. Ora potete navigare. E se doveste fare naufragio, non preoccupatevi più di tanto: c’è Nausicaa e ci sono i Feaci pronti ad accogliervi e a colmarvi di ricchissimi doni.
Antonio Mercurio
Tratto da A. Mercurio: “Teoremi e Assiomi della Cosmo-Art”, Edizioni S.U.R. Roma 2004, pagg.97-206.