Per definire la Cosmo-Art, riportiamo qui di seguito, alcuni brani estratti per gentile concessione dell’Autore, dal libro
“TEOREMI E ASSIOMI DELLA COSMO-ART”, Ed. Sur, Roma, 2004.
La Cosmo-Art
del Prof. Antonio Mercurio
PREMESSA SULLE ORIGINI
Dell’origine degli infiniti universi se ne può parlare solo con un’immagine poetica. All’origine delle origini c’era una bambina, la VITA, un Puer Eternus, dicono altri poeti, alla quale piaceva giocare con le bolle di sapone, così come piace sin dai tempi antichi a tutte le bambine. La VITA, soffiava sul cerchio con l’acqua e sapone e vedeva con meraviglia le infinite bolle, che nascevano le une dalle altre in un’unica sequenza o in sequenze successive, sempre danzando nella luce, per il godimento dei suoi occhi e del suo cuore. Ogni bolla era un universo. Ora accadde che la VITA, la quale è potente ma non è onnipotente, che è intelligente ma non è onnisciente, di questo non si doleva, ma di una cosa si doleva immensamente: sapeva che era eterna ma sapeva pure che non era immortale. Per vivere, doveva sempre incarnarsi in forme diverse e ogni forma nuova poteva apparire solo alla morte della forma precedente. Le sue bolle potevano durare un’eternità ma era un’eternità che si consumava in un istante. Tutte nascevano e morivano. Non ce n’era nessuna che nascesse e non morisse più. Che immenso dolore! Finché un giorno arrivò l’idea vincente. Dentro una speciale bolla di sapone, la VITA mise gli umani, e poi insegnò loro come fondere insieme dolore, saggezza e arte, e da essi nacque un’opera d’arte, un’opera d’arte dotata di vita immortale, che si staccò dalla bolla e si mise a volare danzando da una bolla all’altra, da un universo all’altro, all’infinito. Era come se su ogni bolla potesse posarsi, con la sua Rosa in mano, ormai senza più spine, un “Piccolo Principe”, che ora veniva danzando felice e contento e che non doveva più farsi mordere da un serpente per poter volare da un universo all’altro. Bastava immaginare di volare e subito il volo si realizzava. Immortale il Piccolo Principe, immortale la VITA in lui e con lui e immortale la bolla che gli aveva dato la vita, anche se ormai, come bolla, aveva cessato di esistere. Ora la VITA era contenta e non provava più dolore; ora essa era eterna ed era insieme immortale. Poteva ancora cambiare forma così come cambia forma un’opera d’arte vista da un angolo e vista da un altro; letta da uno e letta da un altro. Ma cambiare forma non significava più morire; significava arricchirsi continuamente di nuova vita e di nuovi significati. Tutto ciò accadde nel passato ma si dispiegò nel futuro che doveva ancora venire. Ciò che appartiene al passato si può raccontare e ciò che appartiene al futuro si può solo sperare.