Il Manifesto della Cosmo-Art

del Prof. Antonio Mercurio

– Prima parte

IL CANTO DELLA COSMO-ART
IL CANTO DEGLI ULISSIDI
E IL CANTO DEL PIANETA TERRA
ALLA RICERCA DI MONDI SCONOSCIUTI E DI UNIVERSI PARALLELI E INFINITI

Voglio cantare il canto della cosmo-art e voglio cantare il canto del patto di amicizia tra me e tutti coloro che vogliono diventare artisti della loro vita e artisti della vita dell’universo. Voglio cantare la creazione di un nuovo movimento artistico basato sul principio organismico e sul progetto della creazione della bellezza seconda. (1)
Voglio cantare il movimento della cosmo-art e la progenie degli Ulissidi, di quelli che, oltre a voler recuperare il godimento della bellezza prima, vogliono porre la loro vita alla ricerca della bellezza seconda per poter diventare capaci di navigare da un universo all’altro in un godimento che non avrà mai fine. (2)
Voglio cantare la vita di coloro che, inappagati dell’anima che hanno ricevuto alla nascita, vogliono darsi un’anima che sia immortale non solo per se stessi ma anche per l’universo intero che li ospita. (3)
Voglio cantare la vita di coloro che, pur consapevoli dell’indispensabile ricchezza che l’amore sa dare, sanno pure che l’amore da solo spesso è impotente se non si unifica con la forza, la saggezza e l’arte. (4)
Voglio cantare la nascita di un tempo nuovo dove sia possibile affermare che il dolore è necessario per creare e non più per espiare ed è necessario per apprendere a darsi una vita che è più forte della morte. (5)
Voglio cantare la possibilità che nel mio dolore io possa raccogliere la sintesi di tutto il dolore del mondo e di tutto il vostro dolore per diventare insieme capaci di trasformarci e di trasformarlo con la cosmo-art nel canto corale di una bellezza nuova e sconosciuta che solo gli esseri umani possono creare e far sì che il dolore di nessuno su questa terra sia stato invano. (6)
Voglio cantare la nascita di un tempo nuovo dove sia possibile affermare che tutti, assolutamente tutti, siamo dotati di potere artistico creativo e dove sia possibile che la vita dell’uomo e la vita dell’universo diventino un’opera d’arte ancora più grande e ancora più possente di tutte le opere d’arte create sinora, perché così noi abbiamo deciso di fare per rispondere al progetto della Vita. (7)
Voglio cantare la nascita di un tempo nuovo, per l’Oriente e l’Occidente, dove l’unico orizzonte possibile non sia più il ritorno immobile alla beatitudine dell’Uno nè il ritorno al dissolvimento nel Nirvana o il ritorno su questo pianeta terra per una purificazione continua che lasci il mondo dell’al di qua e il mondo dell’al di là immutato da come era prima ma il ritorno ad Itaca dove tutto è nuovo e tutto è diverso da prima. (8)
Voglio cantare il “folle volo” di coloro che alla morte vogliono uscire dallo spazio tempo di questo universo ed entrare nello spazio-tempo di tutti gli universi possibili secondo il mito di Ulisse e secondo il mito della cosmo-art. (9)
Voglio cantare il ritorno degli Ulissidi a una nuova Itaca che segni la rottura col tempo passato e col tempo quotidiano e dia inizio alla creazione di un tempo infinito: il tempo della bellezza seconda, la bellezza che non muore mai, la bellezza che sa come navigare al di là di questo tempo e di questo spazio in un altro tempo e in un altro spazio, dove non c’è più il dolore e non c’è più la morte ma la Vita che vola felice da un universo all’altro ed io tutt’uno con lei. (10)
Voglio cantare la Vita che con tutte le sue forze vuole andare al di là del ciclo della morte-rinascita, con il quale si riproduce eternamente in miliardi di miliardi di forme, tutte diverse ma tutte soggette alla morte, e che vuole conquistarsi, dispensando a me e a voi il dono di un immenso potere artistico, una forma di vita insieme immortale ed eterna e non solo eterna o solo immortale, l’una separata dall’altra, l’una opposta all’altra. (11)
Voglio cantare la capacità di trasformare la mia vita e la capacità che voi possiate trasformare la vostra in un campo di energia unificato e unificante, ricco e denso di energia di verità, di libertà, di amore e di bellezza seconda, capace di attrarre a sé innumerevoli persone così come accade ai capolavori d’arte di ogni tipo. (12)
Voglio cantare la possibilità che molte persone sconosciute tra loro si trasformino, così come un tempo si trasformarono gli organismi unicellulari e diedero inizio al cammino inarrestabile degli esseri pluricellulari, e diventino le cellule viventi di un solo e unico organismo vivente, a partire da quelli che oggi formano il corpo della SUR ed arrivare a quelli che vogliono formare il corpo dell’Europa Unita, il corpo del pianeta terra unito e il corpo di questo universo unito assieme a quello di tutti gli altri universi in cui sia possibile navigare con la creazione della bellezza seconda. (13)
Voglio cantare il potere della vita di sapersi evolvere, partendo dall’uomo che è mortale, e di poter creare una forma di vita superiore che è immortale. Voglio cantare il potere dell’arte di sapersi evolvere e di saper creare un tipo di energia artistica, immensamente più potente dell’energia atomica, capace di dare all’uomo e all’universo quella vita immortale che gli esseri umani hanno sempre immaginato e sognato sin dall’epoca di Gilgamesh e sino ad oggi non hanno ancora raggiunto.
Voglio cantare il cammino dell’arte e tutti gli artisti della storia dell’arte su tutto il pianeta terra che, tesi nello sforzo possente di celebrare la bellezza prima, hanno dato la vita per preparare la strada alla ricerca e alla creazione della bellezza seconda. Nessuno di essi sapeva sin dal primo giorno cosa bisognava fare per creare un’opera d’arte. Essi si sono posti dinanzi al mistero dell’arte con una ferrea disciplina interiore ed esteriore, con lo studio appassionato dei maestri che li hanno preceduti, con l’umiltà e la passione di chi prova e riprova incessantemente fino a riuscire a strappare alla materia e allo spirito i segreti che essi nascondono per poter fare apparire il miracolo dell’opera d’arte. (14)
Ad essi esprimo tutta la mia gratitudine per il dono immenso che ci hanno fatto e sul loro modello costruisco la mia fiducia di poter creare una forma d’arte superiore, certo che come essi hanno reso possibile l’impossibile così anche noi potremo fare altrettanto in questa nuova sfida a cui la Vita ci chiama.
E, infine, voglio cantare il canto bellissimo di tutti quelli (quasi centocinquanta persone venute da tutta l’Italia) che hanno firmato questo manifesto alla fine del Laboratorio di Cosmo-art , il 29 novembre 1998, e che hanno espresso con il loro canto personale i desideri, i sogni e le speranze che essi vogliono realizzare con la loro partecipazione al movimento artistico della Cosmo-art.

vedi Le Ulissiadi
v. Omero, L’Odissea
v. Il film “Scent of a woman”, di M. Brest.
v. Il film “Scent of a woman”, di M. Brest.
v. Il film “Le ali della libertà”, di F. Darabond
v. Il film “Forrest Gump”, di R. Zemekis
v. Il film “Don Juan de Marco”, di J. Leven
v. Omero, L’Odissea
v. Omero, L’Odissea
v. Il film “Don Juan de Marco”, di J. Leven
v. Omero, L’Odissea
v. Il film “Don Juan de Marco”, di J. Leven
v. Il film “Le ali della libertà”, di F. Darabond
v. Il film “Shine”

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Il Manifesto della Cosmo-Art

Seconda parte
PATTO D’AMICIZIA
BASATO SUL PRINCIPIO ORGANISMICO E SUL PROGETTO
DELLA CREAZIONE DELLA BELLEZZA SECONDA
Così come il sole, in perfetta armonia con la terra, le stelle e le leggi cosmiche, è un umile servitore della vita e della bellezza prima, così anch’io, in piena armonia con il mio SE’ Personale e con il SE’ Cosmico, voglio essere un umile servitore della vita e della bellezza prima e anche un creatore della bellezza seconda, in accordo con le leggi della vita e con il dono del suo potere creativo. Poiché la bellezza seconda, di cui parla il canto della cosmo-art, può essere solo un parto corale che nasce da un utero corale e non può essere opera di un singolo individuo, per questo decido di unirmi a voi della SUR stringendo questo patto di amicizia basato sul principio organismico e sul progetto della creazione corale della bellezza seconda. E così come il sole, pur essendo luminoso e splendente, ha le sue macchie così anch’io, che non sono ancora luminoso e splendente come lui, ho le mie macchie e non vorrei più vergognarmi di vederle né di farle vedere a voi affinché possa accadere che tutte queste parti di luci e di ombre divengano parti preziose di un solo organismo vivente.

Desidero arrivare ad affermare con sincerità e onestà quanto ho detto sinora. Ma so che sono erede di una coscienza oppressiva che mi impone di essere perfetto e non tollero di non esserlo. Perciò non tollero i vostri giudizi e le vostre accuse. Le vostre imperfezioni mi feriscono profondamente come se fossero le mie e facilmente mi lascio prendere da una insana voglia di eliminarvi col mio disprezzo e con le mie condanne inappellabili.
Questo è il primo ostacolo che voglio decidere di abbattere, ogni volta che sarà necessario, per non rendere vano questo patto. Non voglio rinchiudermi ogni giorno di più nella prigione dei miei infiniti sensi di colpa e della mia perfezione assoluta e così condannarmi a una solitudine senza fine e a una vita priva di bellezza. Assieme a voi voglio decidere di darmi la speranza incrollabile che riuscirò ad uscire dalla mia prigione anche se dovessi lottare una vita intera.
L’amore che io deciderò di darmi e di darvi e l’amore che voi deciderete di darmi e di darvi, sono il fondamento della mia speranza. Questa speranza mi porta a credere fermamente che la bellezza seconda che creeremo coralmente, voi con me ed io con voi, è quella realtà che può farmi volare al di là delle mura della mia prigione, al di là delle mura entro cui mi rinchiudono i miei limiti e i limiti di questo universo.
Perciò decido di vedervi come amici e non come nemici. Perciò decido di presentarmi a voi come amico e non come nemico. L’importante non è che ci riesca ogni volta ma piuttosto che ci riesca tutte le volte che sarà necessario. L’amicizia che sottoscrivo è quella che sostiene l’altro e solidarizza con l’altro, così come avviene tra tutte le parti viventi di uno stesso organismo, e dove pure avviene che ogni parte fa morire le pretese delle altre parti che non vogliono rispettare il principio organismico che tutte le anima e le unifica.
E’ un’amicizia creativa per la quale mi sento amorosamente ed attivamente impegnato a fare qualcosa che è più grande della somma delle cose che ognuno di noi può fare individualmente. Un’amicizia creativa che riesce a unificare magicamente tante persone che pensano, agiscono, gioiscono e soffrono individualmente, in un unico organismo vivente, quasi in una sola persona che, in determinati momenti, può diventare capace di creare con la potenza e l’ampiezza di un universo intero.

E poi ci sono altri due ostacoli che voglio decidere di abbattere per dare forza a questo patto. Non voglio più fare la vittima, perché tutte le vittime, prima o poi si trasformano in carnefici; è solo questione di tempo. Non voglio più soffrire, qualunque sia la mia colpa, per espiare ma per creare.

Ogni dolore che la vita mi dispenserà, se oggi così decido, servirà per crearmi un’identità sempre nuova e sempre più ricca. Non voglio più fare la vittima ma voglio essere un artista della mia vita e della vostra vita e so che non è possibile raggiungere questa nuova identità senza dover sostare a lungo nel crogiolo del dolore, così come è accaduto a Ulisse, l’uomo dai mille patimenti e dalla infinita pazienza.
Pongo questo patto di amicizia nella mia vita come l’albero di fico a cui si è aggrappato Ulisse per sfuggire alle fauci di Scilla e al vortice di Cariddi con la speranza che, quando toccherà anche a me dover passare tra l’una e l’altro, abbia qualcosa di solido a cui aggrapparmi per potermi salvare.
In special modo stringo con voi questo patto per poter esplorare con il vostro aiuto tutto il dolore della mia vita intrauterina e affrontare il dolore che è proprio della mia vita intracosmica, così come accadde ad Ulisse con la sua odissea, e così poter creare assieme a voi una nuova potente energia con la quale poter uscire dall’una e poter uscire dall’altra e nascere e volare verso nuovi orizzonti e nuovi universi, invece di restare chiuso e imprigionato nei confini angusti del mio orgoglio e della mia insana volontà di potenza.

Ogni conflitto che nascerà tra me e voi, se oggi così decido, sarà come un telescopio che mi permetterà di vedere ciò che accadde già nella mia vita intrauterina ed è rimasto invisibile e poi lo utilizzerò per provare a trasformare, ogni giorno un po’ di più, la mia reattività in creatività e la mia voglia omicida e suicida in voglia di amarmi e in voglia di amarvi per poter volare insieme con voi il folle volo di Ulisse e quello altrettanto folle della cosmo-art.

Pertanto MI IMPEGNO
– A riconoscermi ed a riconoscere in coloro che sottoscriveranno questo patto la capacità di darsi un’anima e la capacità di sviluppare la loro saggezza e le loro facoltà artistiche per diventare artisti della loro vita e della vita dell’universo.
– A non vergognarmi delle mie parti oscure e rimosse, a riconoscerle anche quando mi fanno male e distruggono l’immagine idealizzata che mi sono creata; e, soprattutto, a superare la paura di non essere accettato e di non essere amato, perché posso imparare a farne richiesta esplicita tutte le volte che sarà necessario.
– A cercare con voi la verità con lealtà, umiltà e costanza, perché so che non possiedo tutta la verità e perché so che sono posseduto da una menzogna esistenziale che spesso deforma, a mia insaputa, il mio esistere e il mio agire.
– Ad uscire dal mio egocentrismo e dal mio orgoglio per conoscervi e farmi conoscere, per dare il meglio di me, senza pretendere di essere il migliore, perché ho scelto di seguire non solo il principio del piacere ma anche il principio della gioia.
– A riconoscere la mia distruttività e la mia invidia – e anche quella altrui – e, dopo averla contenuta e assunta, a trasformarla creativamente in emulazione e a rendermi disponibile a diventare capace di perdonarmi e di perdonare.
Non voglio darmi la morte e non voglio darvi la morte ma vi chiedo di non darla neanche a me con i vostri giudizi di condanna.

Poiché sono consapevole che tra me e voi può sorgere una situazione conflittuale
MI IMPEGNO
– A pensare che il conflitto possa essere un aiuto e non un ostacolo e che anch’io posso sbagliare o commettere errori e non solo gli altri, perché so che senza l’accettazione di questa verità non si può creare nessun tipo di bellezza.
– Ad esercitarmi a parlarne subito con una comunicazione non violenta e a non comportarmi come un dio offeso nella sua divina maestà che vuole solo la morte degli altri e non la loro trasformazione, perché con il mio agire voglio introdurre una novità nella storia e non voglio ripetere stupidamente il passato.
– A riconoscere, da parte mia, il male che ho agito o che sto agendo, chiedendovi di essere disponibili a segnalarmi la sofferenza che, senza volere, vi ho procurato, perché voglio affermare che esiste la mia capacità riparativa e voglio affermare la mia fiducia nella vostra capacità creativa.
– Ad utilizzare il conflitto per trasformare un’antipatia in una simpatia, una menzogna in una verità, una bruttezza in una bellezza, perché la storia umana dice che questo è possibile.
– A riconoscere la mia verità e la vostra, il mio valore e il vostro, la mia originalità e la vostra, la mia bellezza e la vostra. Io sono un valore e voi siete un valore e voi ed io siamo parti preziose dello stesso organismo vivente che vogliamo creare.
– A vivere con voi in un rapporto di riconoscimento e rispetto reciproco che si traduce in atti e in parole concrete. La creazione della bellezza seconda è un’impresa difficile e non tutti partiamo dallo stesso punto. Mi impegno, dunque, a riconoscere come mie le difficoltà che incontrerete e a coltivare, come Ulisse, la pazienza che mi permetterà di accettare i miei e i vostri limiti perché voglio continuare a navigare insieme con voi e non da solo.

La solidarietà e la reciprocità sono i cardini del principio organismico. Mi impegno con voi a svilupparli e a darci delle regole creative che siano condivise da tutti. Mi impegno a sviluppare il dialogo tra l’Io Persona e il SE’ Personale e Corale con trasparenza e verità, imparando a riconoscere, volta a volta che la vita lo richieda, le mie parti oscure e a trasformarle, in modo che la luce stellare contenuta in me possa uscire allo scoperto e rimanere brillante anche dopo la mia attuale corporeità. E, infine, poiché un principio organismico non può esistere se non ha un corpo fisico a cui inerire mi impegno, altresì, a contribuire professionalmente, economicamente e culturalmente, a sviluppare la vita della SUR nei molteplici obiettivi che essa decide di darsi per poter realizzare quell’organismo vivente di cui la SUR ed io facciamo parte, nel rispetto della mia individualità e in un rapporto di reciprocità.

Aderisco a questo patto di amicizia perché questo è il primo modo concreto, per noi della SUR, per affermare che vogliamo creare la bellezza seconda e per contribuire alla creazione del mito della cosmo-art. Quando saremo riusciti veramente a fare di tante persone estranee tra di loro un solo e unico organismo vivente che vive e opera per creare con tutte le sue forze la bellezza che non muore mai, allora sapremo che la bellezza seconda è possibile e che la vita ha vinto la sfida con la morte e noi con essa. Allora sapremo che anche noi avremo vinto la sfida con noi stessi e che potremo estendere anche ad altri questo stesso patto.

Il progetto della cosmo-art è grande e mi fa paura. Ho paura di perdermi in questo mare immenso, soprattutto quando devo rinunciare alla mia individualità, che si pone come un assoluto, per far parte a pieno titolo della coralità che si instaura quando agisce un principio organismico. Accetto questa paura e vi chiedo di accettarla e di condividerla con me per poterla superare più facilmente. Tra me e voi c’è un muro di dolore e il mio cammino verso un progetto corale non si può realizzare senza far crollare questo muro che è cosa molto difficile. Ma se il desiderio di provare è già un patto, dico di sì; se collegarci nei pensieri e nell’agire è già progetto, dico di sì; se trovarci di più insieme è già bellezza, dico di sì, con la passione dell’artista che prova e riprova senza arrendersi mai finché non ha raggiunto ciò che voleva.
Voglio abbattere il muro e voglio fondere il mio canto con il vostro canto. Voglio ampliare il mio spazio interiore e voglio creare una fusione di suoni che faccia di me e di voi una scia luminosa del cosmo che sappia navigare all’infinito.

Aderisco a questo patto perché avvenga che l’impossibile cominci a diventare possibile e si realizzi nella storia umana quella svolta che, sul piano biologico, avvenne centinaia di milioni di anni fa quando si creò la prima cellula come unico organismo vivente e quando da molte cellule separate si creò un organismo pluricellulare unificato in un unico organismo vivente. Quella fu l’opera d’arte della Natura e ora viene il tempo che la Vita, servendosi del potere artistico che ci ha donato, realizzi attraverso di noi la sua opera d’arte e trasformi nel tempo esseri umani separati tra loro in un solo e unico organismo vivente che agisca sul piano esistenziale così come le cellule di un organismo pluricellulare agiscono sul piano biologico.
Questo è il progetto che la Vita e il SE’ Cosmico affidano a noi della SUR, come primo inizio della svolta per introdurre un nuovo tipo di organismo vivente, e io spero di poter realizzare insieme con voi questa grandiosa opera d’arte e che, così come accade per le opere d’arte, possa accadere anche a noi di lasciare nella storia un segno che abbia la forza dell’immortalità capace di unificare noi e tutto il resto dell’umanità.

Ulisse vive, immortale tra noi, perché ha saputo creare, con la sua saggezza, con il suo dolore e con la sua arte, la sua parte di bellezza seconda. Perché non dovremmo poter creare anche noi la nostra?
Voglio rispettare questo patto e voglio condividerlo con voi, riscegliendolo tutte le volte che sarà necessario, nella libertà.

Frascati, 28-29 novembre 1998
IV° Laboratorio di Cosmo-Art