della Dott.ssa Paola Sensini
e del Prof. Antonio Mercurio
Questa relazione è stata scritta da me e da Antonio, lavorando nel seguente modo: prima abbiamo esplorato insieme quanto sapevamo ognuno dei due sul principio maschile e sul principio femminile; poi abbiamo messo per iscritto soltanto le frasi sulle quali eravamo ambedue d’accordo; infine abbiamo visto insieme un filmato sulla fecondazione e da lì abbiamo tratto delle “analogie” possibili di comportamento da offrire al partner di una coppia; io, poi, utilizzando la mia conoscenza del libro “I Ching”, ho tratto alcune idee essenziali sul tema e, per finire, lavorando sempre in coppia, abbiamo dato forma definitiva al testo.
Vogliamo esporvi alcune considerazioni sul principio maschile e sul principio femminile che possono essere utili per la vita di coppia inserita in un processo storico e sociale.
Sentiamo la necessità di distinguere prima il concetto di principio maschile rispetto al concetto di parte maschile e al concetto di uomo; e il concetto di principio femminile rispetto al concetto di parte femminile e il concetto di donna. Il concetto di uomo e il concetto di donna, secondo noi, indicano due realtà ben precise: un essere maschile e un essere femminile che hanno raggiunto l’età biologica adulta e la maturità esistenziale propria degli adulti, le quali si differenziano totalmente dall’età infantile e dall’immaturità infantile.
Dire “uomo” e dire “donna”, tra virgolette, significa parlare di due individui che sono capaci di possedere la loro vita nell’autonomia e nella libertà e ne sanno essere pienamente responsabili, di fronte a se stessi e di fronte agli altri. Per principio maschile e principio femminile intendiamo, invece, due realtà diverse che, in coppia, sono presenti sia nell’uomo che nella donna. Due realtà che, come due motori attivi, possono agire contemporaneamente, sia nell’uomo che nella donna, o in armonia o in disaccordo o in netta contrapposizione, ovvero, ancora l’uno sviluppato e libero di svilupparsi ed agire e l’altro represso e incapace di agire e svilupparsi. Qui, però, parleremo solo del principio maschile dell’uomo e del principio femminile della donna; uomo e donna nella accezione di persone adulte e complete che hanno già unificato dentro di sé la coppia di principio maschile e principio femminile. In che cosa consistano questi due “motori attivi” lo diremo più sotto. Adesso dobbiamo prima chiarire la distinzione tra principio maschile e parte maschile e tra principio femminile e parte femminile.
In un’auto, come tutti sanno, c’è un motore ma nessuno dice che “auto è uguale motore”; sono due cose diverse, con parti diverse e funzioni diverse. Il motore ha la funzione di creare il movimento e il resto dell’auto ha la funzione di contenere e trasportare sia oggetti che persone. In ogni cellula umana c’è una componente che si chiama DNA e poi c’è tutto il resto della cellula. Il DNA è il motore attivo che dice alla cellula come deve funzionare in tutte le sue parti e in tutte le sue finalità da raggiungere. Rispetto all’uomo e rispetto alla donna il principio maschile e il principio femminile, uniti insieme, corrispondono alle funzioni che il DNA svolge all’interno di ogni cellula.
La parte maschile e la parte femminile corrispondono a tutte le componenti della cellula, fatta esclusione del DNA. Un esempio ancora più adeguato: il cervello è fatto di emisfero destro ed emisfero sinistro e sappiamo che l’uno svolge funzioni diverse dall’altro. Ma chi decide di mettere in atto queste funzioni non è né l’emisfero destro né quello sinistro, bensì il soggetto, l’individuo a cui appartengono i due emisferi, le due parti del cervello. Diciamo dunque che il principio maschile e il principio femminile sono come il soggetto, il quale decide di agire con modalità diverse, con motori diversi, quello maschile o quello femminile, sia sulla parte maschile che su quella femminile. Per esempio se chiamiamo parte maschile la parte razionale e parte femminile la parte emozionale, come vedremo sotto gli attributi che appartengono al principio maschile e quelli che appartengono al principio femminile, risulterà chiaro che il principio maschile non si identifica con la parte razionale e il principio femminile non si identifica con quella emozionale. I due principi quando agiscono insieme, possono agire indifferentemente o sulla parte razionale o su quella emozionale. Per esempio posso usare la parte razionale o in maniera analitica, e questa modalità la attribuisco al principio femminile, o posso usare la parte razionale in maniera sintetica e questa modalità la attribuisco al principio maschile.
Fatti questi chiarimenti, un po’ noiosi ma necessari, descriviamo ora gli attributi del principio maschile e del principio femminile, senza pretendere di indicarli tutti, ma solo quelli che noi siamo riusciti ad individuare, partendo dalla nostra esperienza.
Attributi e qualità del principio maschile
1) Capacità e attività penetrativa.
2) Capacità riflessiva e capacità di sviluppare il pensiero e la ragione in maniera sintetica e induttiva-deduttiva.
3) Capacità e progettualità di fecondare tutto quello che è femminile.
4) Capacità esplorativa del mondo esterno.
5) Capacità di ricercare e rispettare le leggi ancorate alla vita dell’Universo.
6) Capacità di arginare e di ordinare il caos e capacità di guidarlo verso una progettualità.
7) Capacità di sentire e agire con forza, potenza e impetuosità.
8) Capacità inventiva-creativa.
Attributi e qualità del principio femminile
1) Capacità e attività ricettiva.
2) Capacità intuitiva e capacità di pensare e ragionare in maniera analitica.
3) Capacità di sentire e agire con dolcezza, grazia e tenerezza.
4) Capacità di dare continuità, stabilità e sviluppo ai progetti del principio maschile.
5) Capacità esplorativa del mondo interno.
6) Capacità di trasmutazione.
7) Capacità di armonizzare gli opposti.
8) Capacità di sintonizzarsi sulle leggi della natura e del Microcosmo.
9) Capacità creativa-artistica.
Come l’ovulo cattura lo spermatozoo così il principio femminile è capace di catturare il principio maschile, di incarnarlo nella realtà e di alimentarlo perché dia frutti vitali. Da quanto detto sopra, continuare a pensare che l’uomo sia attivo e la donna sia passiva, è un errore frequente che non ha nessun senso e che è bene abbandonare, perché – lo ripetiamo – l’uno è attivo nel penetrare (con tutto quello che comporta come corollario) e l’altra è attiva nell’accogliere ricettivamente e nell’ampliare e sviluppare quanto è stato accolto.
Abbiamo detto prima che potenzialmente il principio maschile e il principio femminile sono ambedue presenti sia nell’uomo che nella donna e sappiamo che essi sono complementari l’uno all’altro. Questa idea di complementarietà e di sintesi degli opposti la troviamo già espressa in un libro di saggezza antichissima quale è il libro de “I Ching” o “Libro dei mutamenti” il cui contenuto poggia su due teorie: la teoria dei cinque elementi e la teoria Yin e Yang; teorie che si propongono di interpretare la struttura e l’origine dell’Universo. A Yang veniva in un primo tempo attribuito il significato del Sole, della Luce; Yin per contro significava l’assenza della luce solare, l’Ombra, il Buio. In un secondo tempo Yin e Yang vennero considerati due principi cosmici: Yang il principio maschile della creatività, del caldo, della lucentezza, dell’aridità, della durezza; Yin il principio femminile della recettività, del freddo, dell’oscurità, della morbidezza, dell’umidità. Il principio cosmologico cinese si è sempre basato sulla concezione secondo cui tutti i fenomeni dell’Universo risultano dall’azione reciproca di Yin e Yang.
Yin e Yang: ambedue sono forza e sostanza insieme, vengono indicati come maschile e femminile nel senso di reciproco completamento.
Questa complementarietà è bene espressa dai primi due esagrammi del libro:
1° – Il Creativo, la cui essenza è la Forza;
2° – Il Ricettivo, il cui carattere è la Dedizione.
La Forza del Creativo e la Mitezza del Recettivo si uniscono. Mitezza nel modo di agire, congiunta alla Forza della decisione.
La qualità del secondo esagramma “Il Ricettivo” è la Dedizione; è il perfetto contrapposto del “Creativo”; il contrapposto non il contrario; un complemento, non una lotta. E’ la Natura di fronte allo Spirito, la Terra di fronte al Cielo, lo Spaziale di fronte al Temporale, il Femmineo-materno di fronte al Mascolino-paterno. Tra questi due segni non si parla di dualismo, perché tra loro vi è un rapporto. Entrambi sono ugualmente importanti, ma la qualità di dedizione propria del segno “Ricettivo” caratterizza la posizione di questa forza primaria di fronte al “Creativo”. Essa deve stare sotto la guida e lo stimolo del Creativo; allora la sua opera è salutare. Diventa malvagia solo se essa esce da questa posizione e vuole affiancarglisi alla pari. Ne risulta, allora, un conflitto e una lotta contro il Creativo, che sono sciagura per ambo le parti. Dolcezza e dedizione non devono escludere la forza, poiché questa è necessaria al “Ricettivo” per poter essere considerato un aiutante del “Creativo”.
Mentre il Creativo” genera le cose, dal “Ricettivo” esse vengono partorite. Fin qui l’apporto della saggezza orientale. Da noi, in Occidente, la concezione cosmologica dipende tutta da un Dio che è solo maschile. Storicamente, poi, è accaduto che interi popoli siano stati educati a sviluppare solo il principio maschile e a reprimere quello femminile nell’uomo e, viceversa, a sviluppare solo il principio femminile e a reprimere quello maschile nella donna. Abbiamo però osservato che attualmente, in occidente, questo principio educativo va sempre più messo da parte e si lascia alla donna maggiore libertà di sviluppare il suo principio maschile e all’uomo quello femminile.
Nell’ambito della coppia, a causa di questo ribaltamento storico, ne consegue una enorme difficoltà nella capacità di armonizzare insieme uomo e donna, perché ognuno dei due partner si trova in grande difficoltà ad armonizzare dentro di sé principio maschile e principio femminile. Ma non è questa, a nostro avviso, la causa maggiore della disarmonia attuale nella coppia. Nel panorama storico dell’evoluzione umana è accaduto che all’identità maschile e all’identità femminile se ne è aggiunta una terza: l’identità fallica, la quale segna l’apparire della oppressione e dello schiacciamento sia del principio maschile che del principio femminile. Non è nostro compito descrivere le cause del sorgere dell’identità fallica. E’ nostro interesse, invece, constatare che lì dove regna l’identità fallica non ci può essere nessuna armonia tra principio maschile e principio femminile. L’identità fallica è costruita sulla ricerca del potere assoluto e non cerca né vuole l’armonia, di qualunque tipo essa sia. Il potere fallico vuole l’ordine e solo l’ordine ottenuto con la violenza (v. fascismo e nazismo) e non vuole l’ordine basato sull’armonia Il potere fallico vuole tutti uguali, tutti anonimi, tutti soggetti all’ubbidienza assoluta (v. Dittature, Esercito e Chiese varie) e non è possibile ottenere tutto ciò senza una castrazione radicale del principio maschile e del principio femminile. All’interno della coppia questo significa una lotta continua e un continuo sbranarsi a vicenda, per la conquista del potere assoluto.
Per cambiare in qualche modo questa situazione riteniamo che sia necessario prendere coscienza della “volontà di dominio” da cui è posseduta sia la volontà dell’uomo che della donna. Questa volontà di dominio si infiltra in tutti gli strati del vivere quotidiano e, a nostro avviso, è la causa maggiore dell’attuale crisi della coppia. Questa “volontà di dominio” la vorremmo connotare come fissazione dell’uomo e della donna allo stato infantile e come rifiuto di crescere e diventare adulti. Si sa che ogni neonato lotta per imporre la sua volontà alla madre e viceversa. Sin da Adamo e Eva la volontà di dominio è stata la tentazione per eccellenza che ha corrotto l’uomo e la donna e la qualità della loro vita di relazione. Abbiamo qualche motivo per pensare che questo racconto biblico ci parli della situazione uomo-donna che è cominciata all’incirca 6.000 anni fa e dura tutt’oggi. La soluzione adottata per questa storica tentazione è stata finora o l’oppressione dell’uomo sulla donna o viceversa, soluzione basata sulla legge della giungla: vince chi è più forte, salvo poi dover subire la vendetta dell’altro (es. classico: la vicenda di Giocasta e di Edipo). Noi non vediamo ancora apparire visibilmente una soluzione diversa. Noi della Sophia-analisi potremmo impegnarci nel cercare e nel realizzare una soluzione nuova. Pensiamo che c’è un solo modo per uscire da questa trappola mortale ed è quello di allenarsi costantemente ogni giorno a riconoscere dove si infiltra questa volontà di dominio e questo rifiuto a voler crescere e diventare adulti e decidere di dare la morte a questa volontà di dominio e a questo rifiuto di crescere e quindi rendersi disponibili e trasmutarsi invece di dare la morte prima al proprio partner e poi a se stessi. L’ideale della “vita come opera d’arte” e l’allenamento ad apprendere a pensare come artisti della propria vita, piuttosto che come esseri deterministicamente sottoposti alla necessità di agire secondo la volontà di dominio, riteniamo che possano essere le maggiori forze che ci aiutino a decidere per un radicale cambiamento. Questo cambiamento potrebbe avvenire più facilmente se la donna, quale espressione maggiore del principio femminile all’interno della coppia, decidesse di sviluppare al massimo la sua capacità ricettiva nei confronti del principio maschile, rappresentato dall’uomo, per lasciarsi penetrare e fecondare da esso così come la terra è ricettiva nei confronti del seme al quale fornisce le condizioni necessarie per il suo sviluppo.
Giunti a questo punto del nostro lavoro ci è stata prestata da amici una videocassetta che contiene un filmato di eccezionale interesse sull’incontro degli spermatozoi con l’ovulo. Affascinati da quanto visto abbiamo pensato di utilizzarlo per trarne alcune analogie sul tema che stiamo trattando. Vorremmo evidenziare alcuni punti che ci hanno colpito particolarmente e proporvi alcune analogie utili per la coppia, prendendo gli spermatozoi come rappresentanti del principio maschile e l’ovulo, con tutto l’apparato riproduttivo della donna, come rappresentante del principio femminile.
- Gli spermatozoi emessi dall’uomo sono in numero di 500 milioni circa. Si tratta di una “grande armata”, come giustamente viene definita nel filmato, pronta a raggiungere e a stringere d’assedio la fortezza dell’ovulo femminile. Ma di questa grande armata solo poche migliaia raggiungeranno l’ovulo e solo uno riuscirà a penetrarvi dentro. Da qui facciamo emergere la prima analogia: perché avvenga nella vita di coppia la fusione tra il principio maschile dell’uomo e il principio femminile della donna, è necessario che si disponga di una “grande armata” da lanciare all’attacco a più riprese, cioè é necessario che si disponga di una grande energia e di una molteplice iniziativa per stringere d’assedio il principio femminile e portarlo alla fusione con quello maschile. E’ un’impresa eroica ed è bene che l’uomo se ne renda conto, perché non avvenga che si arrenda ai primi ostacoli e rinunci, quindi, alla progettualità che porta nel suo Sé e cioè alla progettualità della fusione con il principio femminile.
- Ma anche l’ovulo ha una “impresa eroica” da compiere nell’accettare una lunga serie di distacchi e di trasformazioni per giungere dall’ovaio alla tuba dove avverrà l’incontro con gli spermatozoi. Sono questi distacchi un’analogia di tutti i distacchi che la donna deve essere capace di compiere per essere disponibile ad un reale incontro e fusione con il principio maschile? La trasformazione che l’ovulo compie, sono un’analogia di tutte le trasformazioni che la donna deve compiere perché avvenga un reale incontro e una reale fusione con l’uomo?
- Ci colpisce il fatto che gli spermatozoi, nella loro corsa ascensionale, ad un certo punto si fermino per riposarsi e ricaricarsi di energia per poi riprendere la salita. Analogia: per un uomo, soprattutto nell’attuale momento storico, sperare di realizzare la fusione con una donna senza l’aiuto di questa donna stessa e l’aiuto, inoltre, della coralità di un gruppo, è una speranza destinata al fallimento.
- Ci impressiona il fatto che il corpo della donna predisponga delle piste sulle quali si possano incanalare gli spermatozoi che sono scampati alla varie selezioni operate lungo il percorso. Nel femminile, per analogia di quanto abbiamo visto nel filmato, riscontriamo una capacità di accogliere il maschile e contemporaneamente una capacità di selezionare tra le mille progettualità del maschile quelle progettualità che sono più efficaci per realizzare un progetto in comune tra il maschile e il femminile; quindi appartiene al principio maschile il compito di proporre creativamente numerose progettualità e al principio femminile di accogliere prima queste proposte creative e poi di selezionare le più giuste e le più efficaci perché si possano armonizzare con la progettualità del femminile. L’uomo deve assediare la donna con la sua creatività, con la sua forza e la sua progettualità, la donna ha il compito di accogliere, vagliare e selezionare questa progettualità che le viene proposta dall’uomo per poi trasformarla in un progetto comune.
- Riflettiamo ora sulla forza espressa dagli spermatozoi, tutti insieme coralmente, per far ruotare l’ovulo che stava incollato alle pareti della salpinge, prima di venire penetrato da uno di essi. Le immagini del filmato richiamano alla nostra mente l’evoluzione del cosmo, il movimento rotatorio degli astri e suscita in noi una sensazione di armonia, di un movimento armonioso che porta in sé la vita. Non ci può essere vita se non c’è movimento, se non c’è un cambiamento continuo. Offriamo questa analogia per il rapporto di coppia. La stasi all’interno della coppia è contro la vita, è morte. Così come il movimento rotatorio comporta la necessità di capovolgersi in continuità così anche, nel rapporto di coppia, è necessario che la donna accetti di capovolgere i suoi punti di vista spinta dal principio maschile. L’essenza del mutamento e della trasmutazione che sono propri del principio femminile non possono avvenire se la donna non è in grado di accettare la spinta del principio maschile; il quale, una volta impresso il movimento al principio femminile, analogamente, ruota e si capovolge anche lui stretto nell’abbraccio di una donna. In questo modo è possibile raggiungere la sintesi degli opposti che è la legge verso cui tende tutto l’Universo.
- Una volta avvenuto l’incontro e la fusione tra lo spermatozoo e l’ovulo, ha inizio una serie inarrestabile di processi vitali questa volta senza dover più affrontare la fatica iniziale prima dell’incontro. La fatica, invece, che permane, se di fatica si può parlare nel caso dello sviluppo dell’ovulo fecondato, sta nella divisione e moltiplicazione delle cellule e nel cambiamento continuo dell’identità, identità periferica rispetto all’identità centrale che rimane la stessa, per passare da una identità incompleta ad una identità completa e matura. Ma ritorniamo un passo indietro, nel momento in cui lo spermatozoo penetra nell’ovulo, esso deve perdere una parte della sua identità (quella che chiameremo periferica o provvisoria) cioè deve perdere la coda e in qualche modo la testa e deve mantenere l’identità centrale, quella che è contenuta nei suoi cromosomi, nel suo DNA e nei geni in esso racchiusi. L’ovulo ugualmente deve perdere la sua identità (quella periferica) e mantenerne un’altra (quella che abbiamo chiamato centrale), quella che è racchiusa nel suo corredo genetico, per cui sottolineiamo che ogni trasmutazione suppone necessariamente l’accettazione di una perdita, ma è solo così che si guadagna la vita e lo sviluppo di una vita. L’analogia che ne vorremmo trarre da tutto questo per il rapporto di coppia è che sia l’uomo sia la donna devono essere disposti a perdere le loro identità periferiche per mantenere e portare a fusione quelle centrali. Cosa significa in questo caso identità periferica e identità centrale? Chiamiamo identità centrale l’identità originale che l’uomo e la donna portano inscritta nel loro Sé Personale. Chiamiamo identità periferica quella che l’uomo e la donna sviluppano nel loro ambiente familiare e sociale prima di decidere di formare una coppia. Dal momento in cui questa decisione è presa, il modo in cui può realizzarsi una coppia varia a seconda della superficialità o profondità con cui è portata avanti la progettualità di attuare o meno la fusione tra il principio maschile dell’uomo e il principio femminile della donna, accettando di perdere l’identità che si aveva prima per assumerne una totalmente nuova. Dalla fusione dell’ovulo materno e dello spermatozoo paterno nasce un bambino che pur portando in sé i corredi genetici dell’uno e dell’altro, di fatto non è né l’uno né l’altro ma una terza realtà completamente nuova e diversa. Così diciamo che dalla fusione del principio maschile e del principio femminile nasce una nuova realtà che rende l’uomo e la donna completamente nuovi rispetto a ciò che erano prima della fusione.
- L’ovulo fecondato, espressione della fusione armoniosa dei due principi, deve ora mettersi in movimento, percorrere tutta la lunghezza della tuba, affacciarsi sulla cavità dell’utero, spiccare il salto nel vuoto e cadere nel punto giusto per potersi annidare, attecchire e sviluppare. Analogamente, concludiamo col dire che nella coppia, avvenuta la fusione, inizia ora il cammino che porta ad affrontare insieme, nel dolore e nella gioia, la realizzazione di tutte le progettualità che il Sé Personale, il Sé Corale e il Sé Cosmico ha loro affidato. La fusione dello spermatozoo con l’ovulo è il frutto di una legge della natura. La fusione, invece, del principio maschile dell’uomo con il principio femminile della donna non è una legge della natura ma una legge della vita. La differenza tra leggi della natura e leggi della vita sta nel fatto che le prime sono frutto della necessità e le seconde sono frutto della libertà. Solo una decisione libera dell’uomo e della donna può produrre la fusione tra il principio maschile dell’uno e il principio femminile dell’altra, e questa decisione può nascere solo da un grande amore dell’uno per l’altra e viceversa.